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CATASTROFE O SALVEZZA? – Intervista a Giorgio Bongiovanni
28/09/2022 @ 21:15 - 22:30
In un momento particolare per l’Italia così come per l’umanità intera, ci troviamo a vivere una speciale ricorrenza: sono da poco passati 33 anni da quel 2 settembre 1989 in cui Giorgio Bongiovanni ricevette le stimmate a Fatima.
Perché questi segni tradizionalmente cattolici hanno portato all’azione sociale?
Quanti eventi hanno anticipato e quanti messaggi hanno elargito all’umanità, sebbene posti in non cale?
Uno dei messaggi più rivoluzionari e difficili da accettare è che si salverà solo chi dà la faccia nell’attivismo, per supportare i giusti, nella lotta contro il male. Non basta pregare, amare, credere in Dio, bisogna battersi per la giustizia. Forse è per questo motivo che la Santa Madre gli ha chiesto di dedicarsi all’Antimafia.
Sono decenni che Eugenio Siragusa prima e Giorgio Bongiovanni dopo hanno profetato al mondo quello che sta succedendo ora: lo scoppio della terza guerra mondiale, nell’incredulità e indifferenza delle masse. Oggi non serve più annunciarlo, perché è sotto gli occhi di tutti e tutti ne parlano, a cominciare dai presidenti di Russia e USA. E come spiegato innumerevoli volte dai messaggi divulgati da Siragusa e Bongiovanni, nel caso di escalation nucleare che spazzerebbe via tutta la vita del pianeta, l’umanità verrà fermata in 8 minuti e verranno prelevati tutti i bambini ed i pochi adulti che hanno sviluppato quei valori idonei alla nuova era.
Dopo la catastrofe planetaria (sventata dai fratelli cosmici) vi sarà la salvezza dell’umanità selezionata e la condanna per tutti gli altri. Certamente questa è l’ipotesi più probabile dato lo status quo del mondo. L’alternativa è un miracoloso risveglio delle masse che decidano finalmente di dar vita ad una rivoluzione culturale e spirituale in tutto il mondo, che ahinoi sarebbe potuta partire dall’Italia come hanno annunciato a Giorgio gli extraterrestri pochi mesi fa.
Catastrofe o Salvezza? A noi la scelta. Siamo sempre noi gli artefici del nostro destino.
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